Osteoporosi. Per 3 donne su 5 vitamina D utile per la prevenzione. Ma in poche la assumono
Invecchiamento e menopausa sono stati riconosciuti come i principali fattori che possono contribuire all’insorgenza dell’osteoporosi. Risulta, però, ancora limitata l’assunzione della vitamina D per la prevenzione della patologia. I risultati di un’indagine condotta da Onda su 600 donne italiane.
Oltre la metà delle donne (52%) considera l’osteoporosi una patologia grave: nonostante questo, solo il 25% si sente personalmente esposta al rischio di svilupparla. Per oltre 8 donne su 10 l’avanzare dell’età e la menopausa sono ritenuti le principali cause dello sviluppo della malattia; altri fattori importanti che possono contribuire all’insorgenza della patologia sono legati a uno scorretto stile di vita (segnalato dal 76% del campione), caratterizzato da un’alimentazione sbagliata, poca attività fisica e abuso di fumo e alcol, alla familiarità (68%) e alla mancanza di sostanze necessarie per l’organismo (58%).
Sul fronte della prevenzione e della terapia, solo 1 intervistata su 10 assume la vitamina D, nonostante il 58% riconosca l’importanza di questa sostanza per favorire la salute delle ossa. L’osteoporosi è una malattia silenziosa, che può progredire per diversi anni fino a quando viene confermata la diagnosi o finché non avviene una frattura. Poiché l’osteoporosi è considerata una malattia tipica dell’anzianità e della menopausa, anche la sua prevenzione è rinviata all’età adulta: solo il 31% delle donne, infatti, ritiene sia importante attuare comportamenti preventivi già durante l’infanzia e l’adolescenza, periodi in cui l’accumulo di calcio è cruciale per un corretto sviluppo delle ossa.
Dai risultati della survey emerge come il fattore cardine della prevenzione sia rappresentato soprattutto dall’adozione di uno stile di vita sano (dieta corretta e attività fisica) e dall’assunzione di calcio.